Le vetrine di Auschwitz

Le vetrine di Auschwitz sono giustamente mute a chi non le investe di una partecipazione presente“. Franco Fortini, 1993.

I fantasmi dell’”Altro” è il secondo Quaderno che la sede di Bologna del CESP – Centro Studi per la Scuola Pubblica – riesce a produrre. Dopo La scuola: prove di resistenza, la raccolta di interventi sulle parole chiave della vecchia e nuova scuola, non era scontato che si riuscisse a dare continuità al lavoro. Invece mentre esce questo nuovo opuscolo diviene attivo anche lo spazio web dell’associazione, grazie alla rete Iperbole. Per i prossimi mesi sono in preparazione almeno altri tre quaderni; la nostra speranza è che questa associazione assuma sempre più la funzione di libero luogo di incontro-confronto tra individui che operano nella scuola e considerano questo operare un aspetto cruciale della lotta per la democrazia e l’uguaglianza. Continuiamo il cammino…

Come CESP Bologna avevamo iniziato il percorso sul razzismo e sulla memoria con la giornata di aggiornamento per insegnanti dell’aprile scorso. L’iniziativa cadeva quando ancora il Centro di Permanenza Temporanea di Bologna non funzionava e la legge razzista sull’immigrazione denominata Bossi-Fini non era stata approvata in via definitiva. Oggi, a meno di un anno da allora, tutto è peggiorato in maniera drammatica. Ci troviamo a vivere in una nazione in cui vigono norme razziste che infrangono i dettami costituzionali disconoscendo importanti diritti civili e sociali ai cittadini definiti extracomunitari. Contro tutto ciò siamo scesi più volte in piazza e continueremo a farlo. Ma non basta. Consapevoli che la lotta al razzismo richiede il nostro impegno giorno per giorno, abbiamo creduto importante riprendere la parola anche a livello culturale, convinti che il dibattito delle idee costituisca un’azione fondamentale, un aspetto importantissimo della lotta per la costruzione dell’uguaglianza e la liberazione delle differenze.

Questo Quaderno, che mantiene il titolo dell’iniziativa di un anno fa, è il risultato di tale scelta: insieme al contributo degli studiosi che parteciparono alla giornata, sono qui raccolti numerosi altri testi di insegnanti e ricercatori che hanno accettato di arricchire il dibattito sollecitati anche dalla imminente ricorrenza della giornata della memoria.

Alberto Burgio propone una riflessione sul razzismo storico al fine di trarne elementi per una rinnovata teoria: un “razzismo” che non rimanga confinato ai casi in cui emerge esplicito il riferimento al lemma “razza”, ma che ne colga la portata più ampia, in stretta connessione con nuovi e vecchi processi di gerarchizzazione e naturalizzazione delle differenze.

Il sociologo Adel Jabbar mostra, a partire da una narrazione autobiografica, il dedalo di percorsi cui l’immigrato è costretto per essere riconosciuto (e riconoscersi) nella propria identità e nei propri diritti.

Mario Marcuz affronta lo stesso argomento partendo dall’esperienza accumulata da avvocato che ha operato la scelta – militante – di essere a fianco dei soggetti meno tutelati e più esposti ai corto circuiti del pregiudizio e della criminalizzazione.

Sul versante storiografico Rossella Ropa riflette sull’esperienza della deportazione femminile a partire della memoria orale di Nella, deportata politica nel campo di Ravensbrückdurante il secondo conflitto mondiale. Coglie poi l’occasione per fare il punto sulle grandi potenzialità della storia orale e sulle avvertenze metodologiche che occorre rispettare nella messa in pratica.

Gianluca Gabrielli affronta il nodo del rapporto tra razzismo di Stato fascista e mestiere d’insegnante, a partire dalle tracce d’archivio di una progettata ma mai realizzata Mostra della Razza del 1940.

Daniela Antoni, insegnante a Trieste, riflette insieme allo storico triestino Giovanni Miccoli sui processi di revisionismo storico e della memoria pubblica che si vanno dispiegando in questa città di frontiera.

Infine due ricercatori specialisti dell’area africana e redattori della rivista “Afriche e Orienti” accompagnano il nostro sguardo su zone spesso dimenticate del pianeta. Cristiana Fiamingo ci aggiorna, con grande competenza, sul particolarissimo processo di rielaborazione pubblica del passato razzista in atto in Sudafrica.

Mario Zamponi sceglie per noi una memoria scomoda, quella di Patrice Lumumba, il cui assassinio giace rimosso nei sottoscala della coscienza sporca dell’occidente che stroncò sul nascere i più promettenti processi di decolonizzazione.

Nel comporre questa raccolta abbiamo cercato, con la preziosa collaborazione di insegnanti e ricercatori, di affrontare le grandi questioni della memoria senza timore di leggere il passato con l’occhio al presente e di indagare il presente con la forza della conoscenza storica. Al lettore il compito di giudicare se il risultato è all’altezza dell’ambiziosa intenzione.

12 genn 2002 – Redazione Quaderni Cesp Bologna

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