Bandiere della pace

L’IGNORANZA PREOCCUPANTE DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

 La presidenza del consiglio dei ministri, nel goffo tentativo di togliere visibilità alle numerosissime prese di posizione a favore del rispetto della nostra Costituzione, che esclude categoricamente la legittimità della guerra “preventiva”, emanava in data 04/02/2003 incredibili “indicazioni” per una “interpretazione autentica” del DPR 121/2000, sostenendo che “l’esposizione sugli edifici pubblici di simboli privati di qualunque natura determina una violazione sanzionabile anche ai sensi degli artt. 292, 323, 327 del Codice Penale”.

La citazione dell’articolo 292, che sanziona il “vilipendio della bandiera dello stato” è assolutamente fuori luogo: non si vede come possa costituire vilipendio un simbolo che richiama i principi costituzionali: semmai è vilipendio partecipare, in spregio alla Costituzione, a guerre “preventive” comunque motivate.

La citazione dell’articolo 323 è del tutto ingiustificata, perché la norma punisce il Pubblico Ufficiale che, violando intenzionalmente leggi o regolamenti, “procura a se o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto”: quale sarebbe qui l’indebito vantaggio patrimoniale? Questo articolo, semmai, potrebbe applicarsi piuttosto al Cavalier Berlusconi, se il ventilato obbligo di mettere il nostro tfr nei suoi fondi pensione andrà in porto, con la “riforma” Maroni.

La citazione dell’articolo 327 del Codice Penale, poi, è chiaro segno dell’ignoranza dei consiglieri del presidente, perché è stato abrogato dall’art. 1 della L. 25/6/1999, n. 205: sanzionava chi “eccita al dispregio e al vilipendio dell’istituzione, delle leggi o degli atti dell’autorità”. Quel reato – in base al quale Pertini e Gramsci furono incarcerati dai fascisti, mentre altri, macchiatisi della stessa colpa, come Gobetti, i fratelli Rosselli, Amendola, Matteotti, per citare i più conosciuti, venivano eliminati senza processo – non esiste più nel nostro ordinamento.

Non essersene accorti è un lapsus tremendo.

COBAS – San Giovanni in Persiceto, 21/02/2003

Via Giulio Cesare Croce n. 23

Nessun commento

I commenti sono chiusi.